12 aprile 2019: Vincenzo Mazzaferro riceve a Vienna il prestigioso EASL Recognition Award“Grazie per il vostro aiuto di questi anni. Dedico questo premio a tutti voi, ai nostri pazienti, e ai nostri sogni, qualunque essi siano”.

Con grande commozione in un sms al suo team all’Istituto Nazionale dei Tumori, Vincenzo Mazzaferro annuncia la notizia. Il 12 aprile 2019, a Vienna, nel corso dell’International Liver Congress 2019, il congresso annuale europeo dedicato alle patologie del fegato, il Prof. Mazzaferro riceve dall’EASL, l’Associazione Europea per lo Studio sul Fegato, un riconoscimento prestigioso, mai dato prima d’ora a un chirurgo italiano, l’EASL Recognition Award.

Dal 2006, anno della sua istituzione, il premio viene assegnato a scienziati che hanno contribuito al significativo avanzamento delle conoscenze, delle cure e dell’insegnamento nel proprio campo di specialità e che siano riconosciuti ed ammirati in tutto il mondo per i risultati conseguiti. Con questo riconoscimento l’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL) è orgogliosa di onorare uomini e donne che hanno scritto la storia dell’epatologia. Un riconoscimento per il Prof. Mazzaferro più che meritato, di cui anche noi di PROMETEO andiamo molto fieri. Il Prof. Mazzaferro, insieme alla sua èquipe presso la S.C. Chirurgia Epato-Gastro-Pancreatica dell’Istituto dei Tumori di Milano, è stato il primo che a partire dal 1991 ha cominciato ad eseguire sistematicamente interventi di trapianto di fegato per tumore.

>> Guarda il video: Vincenzo Mazzaferro riceve l’EASL Recognition Award 2019

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Dall’Editorial che Journal of Hepatology ha dedicato al prof.Mazzaferro a firma del prof.Pietro Majno-Hurst

“Cosa possiamo imparare da una carriera come quella del prof.Mazzaferro? che lavorando duramente, con intelligenza ed integrità alla fine si viene ricompensati? Sappiamo bene che ciò non avviene frequentemente. Ma senza lavoro, intelligenza ed integrità non si produce buona scienza. La sua storia ci dimostra che è possibile mantenere questa qualità attraverso un’intera vita professionale nonostante gli effetti collaterali che sempre si associano al successo e al potere e dimostra infine che l’amicizia passa anche attraverso i pazienti e che essa agisce come una leva potente che aiuta a continuare nello sforzo, anche se ciò che alla fine rimane è solo il ricordo del lavoro fatto.”

>> Leggi l’Editoriale di Pietro Majno-Hurst pubblicato su Journal of Hepatology (articolo in inglese)

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