Volontari PROMETEO e Dr.ssa PolinLe persone che giungono all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano arrivano da tutta Italia trovando in questa Struttura d’eccellenza, medici altamente specializzati a cui il malato e i familiari possono affidarsi con piena fiducia.

Accanto a loro trovano anche PROMETEO che esprime nel suo acronimo “PROgetto Malattie Epatiche Trapianti E Oncologia”, un impegno quotidiano a costruire dentro e fuori l’Istituto, un punto di riferimento attraverso cui la persona malata ed i suoi cari possono attingere speranza.
La Presidente Giuse Dellavesa citando le parole di una paziente, racconta il senso ed il significato dell’Associazione in modo chiaro e potente: “PROMETEO Riceve, Ricerca e Ridona”. Queste tre parole raccontano l’impegno attraverso cui viene testimoniato il desiderio di stare vicino a chi ha bisogno di un aiuto umano e concreto. PROMETEO infatti usa i fondi e le donazioni, per garantire prevenzione ed assistenza ricevendo per poi donare speranza e futuro.

In questa realtà si viene a creare la relazione tra il paziente e PROMETEO ma anche il legame di reciprocità tra il volontario e l’associazione; da un lato PROMETEO ha un ruolo importante nel sostenere i volontari non dando nulla per scontato, offrendo a loro riconoscimenti e garantendo stimoli formativi e aggregativi che nutrano il senso di appartenenza nella consapevolezza che il volontario investendo il proprio tempo gratuitamente, dona all’associazione un bene prezioso; dall’altro in un’ottica di circolarità è importante che i volontari ricordino che l’Associazione (esistendo) dona a loro appartenenza, coesione e struttura sostenendo un importante bisogno umano di sentirsi utili ed apprezzati (presente in ciascun individuo).Il bisogno di essere visti e riconosciuti

Da un punto di vista psicologico l’attività di volontariato (per chi la svolge e per chi la riceve) risponde ad uno dei bisogni esistenziali fondamentali dell’essere umano: ovvero il bisogno di essere connessi ma non nel mondo virtuale di Internet, ma nel mondo reale della vita relazionale. Possiamo quindi immaginare il valore emotivo di quell’incontro fatto di un saluto, un respiro, una tazza di the, un momento di scambio umano in cui la persona disorientata non si sente più sola ma accompagnata e in contatto con qualcuno che è lì per ascoltare e per dare una parola di conforto fatta non di illusive rassicurazioni ma di un concreto atto di presenza in cui la persona bisognosa, può sentire di avere qualcuno intorno a sé in un momento di grande fragilità. Nell’attività di volontariato il guadagno non è più veicolato dal denaro ma assume una valenza simbolica, emotiva e relazionale; questo guadagno è rappresentato dal reciproco dono che si fa all’altro.
Il volontario con il suo esserci e il suo fare entra rispettosamente nel silenzio e nell’isolamento di chi sta vivendo quella condizione di disperazione e di impotenza, donandogli quel CON-TATTO rispettoso attraverso cui porta il messaggio “sono qui con te, ti ascolto, ti vedo e comprendo quanto soffri”. E poi c’è il dono del paziente e dei suoi cari espresso in quel “Grazie” non di mera cortesia ma di gratitudine. Quel “grazie” dà un nutrimento a chi lo dice e a chi lo ascolta; un gesto semplice che fa la differenza per chi lo pronuncia perché parla di qualcosa di bello che si sta ricevendo, e per chi lo riceve perché permette di sentire che quello che si sta offrendo è riconosciuto e ha valore.

Il bisogno di essere visti e riconosciuti. La Dott.ssa Polin incontra i Volontari PROMETEOIn questo riconoscimento l’uno dell’altro (fra il volontario e l’associazione; e fra il volontario-PROMETEO e il malato), si crea una circolarità di energia positiva in grado di sviluppare stati emotivi che sostengono il benessere. Questa gratitudine predispone quindi ad andare verso un atteggiamento positivo e di fiducia verso la vita attraverso il valore dell’essere visti e quindi riconosciuti per ciò che si sta vivendo, per ciò che si è ed anche per ciò che si fa per l’altro.

Mi ha molto colpito durante lo svolgimento di un incontro di formazione psicologica finanziata da PROMETEO grazie ai fondi ricevuti da Chiesa Valdese e ridonati a supporto dei suoi volontari, che un partecipante (Eugenio) nel descrivere il senso del suo operato in reparto ha usato queste parole: “Nella mia disponibilità svolgo un servizio di presenza e questo crea una fiducia che porta la persona ad aprirsi e a raccontarsi”. In queste parole del volontario Eugenio c’è l’essenza del significato di essere e fare il volontario: disponibilità, presenza e fiducia entrando con delicatezza emotiva ed empatica nella sofferenza del paziente o del familiare.

Questa è la forza di PROMETEO e dei suoi volontari che insieme danno vita a questo progetto e a questa promessa di aiuto. Ecco perché è fondamentale sostenere un motto comune: aiutiamo ad aiutare, aiutandoci, in questo impegno a donare momenti di calore che non possono far dimenticare la sofferenza ma scaldano il cuore con piccoli gesti di grande umanità che nutrono il bisogno di essere visti e riconosciuti.

 

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