Non ti scordar di me... 4Questo è stato per tutti un anno davvero complicato, un anno in cui purtroppo, a causa dell’emergenza COVID-19, non c’è stata la possibilità di incontrarsi e trascorrere dal vivo momenti di condivisione. E anche la XXI Giornata di PROMETEO, per questo motivo, non si è potuta tenere.

Abbiamo voluto comunque raccogliere le testimonianze di chi fa parte della grande famiglia di PROMETEO e proporvele, sono quelle che avreste ascoltato se, come da 20 anni a questa parte, la Giornata si fosse svolta regolarmente. Vogliamo continuare a starvi vicini e ci auguriamo che voi possiate ricordarvi di noi, del nostro lavoro in reparto, dei nostri Volontari, dei nostri sforzi per poter accogliere al meglio i pazienti e le loro famiglie, 365 giorni all’anno, negli alloggi di CasaPROMETEO. “Non ti scordar di me” è come abbiamo voluto intitolare la Giornata.

 

PROMETEO ODV intervista ai Pazienti: FABRIZIA CIRLAFabrizia, ex paziente, trapiantata presso l’Istituto dei Tumori di Milano, ha voluto regalarci una sua testimonianza, raccontata in questo video.

“Mi chiamo Fabrizia, sono paziente da 22 anni. Riflettendo sul titolo dato alla Giornata “Non ti scordar di me” ho deciso di farmi ispirare da questo fiore che mi è sempre piaciuto. Ai tempi dell’antica Roma il Non ti scordar di me veniva considerato una sorta di panacea per tutti i mali. Non ti scordar di me è il fiore simbolo dell’amore che supera anche la morte. Nel mio giardino il non ti scordar di me più bello e profumato è quello del mio donatore, che non ha un nome ma che ringrazio ogni giorno, non mi scordo di te. Non ti scordar di me, il simbolo del ricordo, ricordi brutti di attese, di sconforto, di cicatrici che con il passare degli anni si sono trasformati in memoria non più dolorosa, memoria di vita che sono ancora qui a poter raccontare; il simbolo della salvezza da tutto ciò che può rattristare o addolorare, che nel tempo dell’ospedale si concretizzava nei Volontari, fiori sempre pronti a sbocciare senza farsi notare. I miei angeli custodi sono stati i medici e gli infermieri del reparto, tutti pronti a illuminarmi di speranze, a custodirmi con le cure, angeli con i camici. In ospedale ho visto e incontrato persone straordinarie che vivono vite solo apparentemente ordinarie, persone che si interessano gli altri prima di interessarsi a sé stessi, uomini e donne che non​ hanno​ scienza ma amore. E adesso da questo video vorrei parlarvi di un nuovo fiore, il “non mi scordo di voi”, in cui mi immedesimo e che voglio regalare ai miei figli, il bene più prezioso, che mi hanno dato la forza e la motivazione nella battaglia; ad Andrea che non mi ha fatto mai sentire un fiore marcio; a Fede, ad Ale e a Chicca, sempre pronti a darmi acqua, concime e riparo; a Laura e a Seba, i miei giardinieri del cuore; a Don Erminio, che mi ha aiutato a tenere salde le radici nella terra; al Dottor Mazzaferro, the Gardener. Grazie”

 

PROMETEO ODV intervista ai Pazienti: UMBERTOAnche Umberto è un ex paziente del reparto di Chirurgia Epato-gastro-pancreatica e Trapianto di fegato dell’Istituto dei Tumori di Milano, e in questo video ci racconta i suoi ricordi di quel periodo, il trapianto, il settimo piano, il rapporto con i Volontari di PROMETEO.

“Il mio ricordo comunque è bello. Il trapianto, si sa, non è una passeggiata. Però io ho dei bei ricordi. Qui ho trovato amicizia. Il personale è fantastico, i medici e il loro impegno quotidiano, gli infermieri e gli assistenti che mi hanno trattato come uno di loro; poi c’è l’Associazione PROMETEO, che è indispensabile, la loro presenza si sente, si sente veramente e rimane. Anche se torno per le mie visite di controllo spesso mi mancano, mi mancano tutti questi ragazzi perché non sono un’Associazione di volontariato, sono degli amici. E questo è bellissimo. Non sono solo i gesti, come quello di portarti il tè. La cosa importante è che intanto si chiacchiera, si parla, ci si conosce e questo è comunque un modo per stemperare l’ansia e le preoccupazioni che la malattia purtroppo porta. Io sono fortunato perché con il trapianto ho debellato il mio nemico, ma per chi si trova ad affrontare questo percorso sapere che c’è un’Associazione come PROMETEO aiuta, funge da ancora di salvezza, un’isola serena all’interno di quei brutti momenti che ci rimangono nel cuore.”

 

PROMETEO ODV intervista ai Volontari: ERMINIA PAMIROSi può essere volontari e supportare le attività dell’Associazione in diversi modi, non solo attraverso l’attività quotidiana in reparto. A raccontarcelo è la signor Erminia Pamiro, la mamma di Irene, che con la figlia Emma e le amiche, riportano in sua memoria il motto “Be happy ❤️ love life”, diventato ormai un vero e proprio logo, in tantissimi gadget e oggetti, il cui ricavato, ottenuto dalla vendita, viene devoluto a PROMETEO ODV.

“È un modo per stare vicini all’Associazione e contribuire a raccogliere fondi che permettono a PROMETEO ODV di aiutare i pazienti e di sostenere la ricerca. Ricordatevi di seguirci sul nostro canale Instagram behappy_ lovelife_ireforever per acquistare le bellissime mascherine in tessuto e tutti i manufatti che di volta in volta proporremo!”

 

L’anno che sta per concludersi ha portato impPROMETEO ODV intervista ai Volontari: ELENA e MARAortanti cambiamenti, anche il modo di vivere il volontariato e ha imposto al mondo Terzo settore di reinventarsi per poter svolgere le proprie attività di supporto a chi ha più bisogno. La vicinanza affettiva e fisica che restituisce il volontariato in presenza nei nostri pazienti e nei loro famigliari non può certo essere sostituita dal volontariato online, ma una delle tante sfide che ci ha imposto il 2020 e per la quale ci stiamo preparando per il 2021, è di far convivere questi due modi di vivere il mondo del Terzo settore. Anche di questo tema avremmo

PROMETEO ODV intervista ai Volontari: ELENA e MARAdiscusso nel corso della XXI Giornata di PROMETEO… Ne parliamo con due volontarie di lungo corso dell’Associazione, Mara ed Elena, appartenenti a due generazioni diverse, pronte a mettersi in gioco, anche in altre modalità, per stare vicino a chi ha più bisogno ma con la speranza di tornare presto ai sorrisi e agli abbracci in reparto.

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