La terapia con “YTTRIO 90”. Una nuova speranza per il trattamento dell’epatocarcinoma avanzato

La radioembolizzazione con “Yttrio 90” è una terapia sperimentale che consiste nel curare i tumori primitivi del fegato con delle piccole sfere radioattive iniettate attraverso un catetere direttamente nelle arterie della parte di fegato malata. Di questa terapia ci parla il dottor Raffaele Romito, dirigente medico dell’Unità operativa Chirurgia Apparato Digerente e trapianto di Fegato dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Dottor Romito  ci spiega nel dettaglio in cosa consiste questa terapia?  E’ una terapia molto complessa che utilizza delle sfere di resina o di vetro di dimensioni ridottissime, uguali a quelle di un capillare sanguigno. Queste “microsfere” veicolano una sostanza radioattiva che si chiama Yttrio 90; attraverso un catetere sono iniettate direttamente nelle arterie che irrorano il fegato e per mezzo del flusso sanguigno si distribuiscono attorno al nodulo tumorale da trattare “intrappolandosi a livello dei suoi vasi capillari. L’energia sprigionata dall’Yttrio 90, presente nelle microsfere, ha la capacità di provocare una “bruciatura” del tumore molto selettiva; inoltre il suo effetto si esaurisce attraversando i tessuti, nello spazio di pochi cm (2,5 cm per l’esattezza) garantendo, una maggior sicurezza del paziente e degli operatori sanitari dal punto di vista radio-protezionistico. Va ricordata l’elevata complessità della terapia; ogni trattamento richiede infatti: – la stretta collaborazione di diversi medici che lavorano in diversi reparti(radiologo, medico nucleare, fisico sanitario e chirurgo). – almeno due/tre ricoveri ospedalieri per studiare le caratteristiche cliniche del paziente, per correggere eventuali anomalie dei suoi vasi arteriosi epatici ed infine per iniettare le microsfere. –

L’ordinazione del farmaco alla ditta fornitrice, che si trova in Canada, per farlo giungere per il giorno stabilito per la terapia: l’attività dell’Y90 infatti si esaurisce con il tempo e per questo motivo il trattamento deve essere eseguito all’ora ed alla data stabilite (non prima né dopo). Come viene somministrata questa terapia?  La terapia viene effettuata in radiologia e consiste in due distinte fasi: -la prima di simulazione, durante la quale un tracciante chiamato 99Tcn-MAA viene iniettato al posto dell’Y-90 nell’area di fegato malato da trattare. Questo tracciante diffonderà nel fegato esattamente come l’Yttrio-90 e servirà ad evidenziare potenziali comunicazioni “pericolose” dei vasi del fegato (denominati tecnicamente shunt) con gli organi vicini, vale a dire intestino, polmoni e fegato non malato. -la seconda, eseguita entro 4 settimane dalla precedente simulazione, che consiste nell’effettiva iniezione delle microsfere di Y-90 nella sede epatica precedentemente definita. Chi può beneficiare di questa terapia? Attualmente questa è una terapia sperimentale. Ciò significa che non può essere effettuata al di fuori di protocolli di studio e quindi di Centri che come il nostro conducono attività di Ricerca.  La nostra sperimentazione è iniziata nel febbraio 2007, con l’arruolamento del nostro primo paziente all’interno del protocollo di studio che è reperibile in internet sul sito “cancertrial.gov” I pazienti candidabili sono pazienti che non possono beneficiare delle terapie convenzionali per l’epatocarcinoma (quindi chirurgia, radiofrequenza, chemoembolizzazione), specialmente se presentano una trombosi associata della vena porta. Per questi pazienti l’unica possibile alternativa terapeutica  sarebbe il SORAFENIB. Quali vantaggi comporta?  Se eseguita correttamente questa procedura risulta molto ben tollerata dai pazienti producendo solo vaghi sintomi di stanchezza e di riduzione dei linfociti (senza rischio sostanziale di infezioni). Questa sua bassa tossicità è associata ad un ottimo controllo dell’epatocarcinoma, con distruzione parziale e a volte completa dei noduli neoplastici.  Fino ad oggi 5 dei 62 pazienti trattati hanno risposto in maniera completa alla terapia, restando senza più malattia ad una distanza di circa 2 anni. Quanto costa?  La tecnologia purtroppo costa ed il prezzo di un solo flaconcino di “Yttrio 90”, necessario per un trattamento, è di 12.000 euro.

La cifra di per sé è impressionante tuttavia essa deve essere rapportata alla efficacia terapeutica finora dimostrata, alla sua buona tollerabilità e al fatto che, dal punto di vista dei costi, un singolo trattamento con microsfere è equivalente a 3 sedute di chemoembolizzazione, la quale, quando applicabile, produce risultati di gran lunga inferiori. In conclusione benché l’Yttrio 90 non sia ancora annoverato tra le terapie convenzionali per l’epatocarcinoma, esso rappresenta un trattamento molto promettente. Tuttavia il suo impiego data la complessità della metodica e la sua scarsa maneggevolezza (se non si seguono bene le procedure si possono fare grossi danni) rendono questa terapia “fattibile” solo presso alcuni Centri specializzati.

Dottor RAFFAELE ROMITO

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