adriano4“Mi chiamo Adriano e vi posso assicurare che una diagnosi di carcinoma epatico è sostanzialmente una sentenza di morte.”

Abbiamo raccolto la testimonianza di Adriano, nostro amico e volontario, che ha voluto renderci partecipi delle sue emozioni e soprattutto raccontare la sua esperienza ad altre persone che potrebbero trovarsi nella sua stessa situazione.  “La speranza di un trapianto di fegato è come l’attesa della grazia da parte del condannato a morte. Io sono stato fortunato: grazia ricevuta. Trapianto effettuato.

Ora sono una persona nuova, una persona che finora non si era resa conto di quanti, come me, devono muoversi in una realtà che non conoscono. Una realtà fatta di continui e costanti controlli. Una realtà fatta di tanti farmaci dei quali non puoi fare a meno. Mi sono sentito come un bambino. Un bambino che si sente protetto perché al riparo all’interno dell’ospedale.

Sì, ma cosa succede quando vieni dimesso? Ti sovrasta il timore di non farcela, avverti ancora un’improrogabile necessità di continuare ad essere protetto come quando eri ricoverato. Tutto ciò si chiama paura, quella di affrontare una nuova vita.

Poi ho scoperto l’esistenza dell’Associazione PROMETEO Onlus (Progetto Malattie Epatiche Trapianti Ed Oncologia). Un’associazione nata all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano grazie all’impegno di ex pazienti, medici e psicologi del reparto di gastroenterologia e trapianti di fegato, il cui scopo principale è quello di proteggerti. Offrendoti una casa vicino all’ospedale, un piccolo nido che ti fa sentire ancora protetto e ti consente di non recidere prematuramente il cordone ombelicale con chi ti ha ridato una possibilità di vita. E’ una bella realtà che si avvale di volontari, sempre accoglienti e col sorriso.

Se vincessi questo premio vorrei aiutare PROMETEO e permettergli di continuare il suo lavoro di “protezione” e vicinanza a quelli che hanno una storia come la mia.”

PROMETEO partecipa al concorso AXA Nati per Proteggere con la storia di Adriano.

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