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  • Non solo solidarietà: il Terzo Settore come motore sociale ed economico

    Non solo solidarietà: il Terzo Settore come motore sociale ed economicoIl Terzo Settore non è solo solidarietà: è una vera infrastruttura sociale ed economica per il nostro Paese.
    Con un impatto di 84 miliardi di euro l’anno (pari al 4% del PIL) e una straordinaria capacità di generare valore sociale, le organizzazioni non profit si confermano indispensabili per colmare le lacune lasciate dalle istituzioni.

     

    Questi dati provengono da una desk research e un sondaggio nazionale commissionati da PROMETEO ODV a EMG Different e presentati lo scorso 14 maggio durante l’evento “Usciti dal profitto, entrati nell’utile”.
    L’approfondimento è stato pubblicato su Il Giorno, con un focus sulle sfide e sulle potenzialità di un settore che impiega oltre 920mila persone e coinvolge quasi mezzo milione di volontari solo nella sanità.

    Nonostante l’efficacia e la fiducia dei cittadini (quasi 9 su 10 ne riconoscono il valore), il Terzo Settore affronta ancora sfide strutturali: mancanza di fondi, difficoltà burocratiche e instabilità operativa. Sostenere il non profit significa investire nel futuro dell’Italia, nella salute delle persone e nella coesione sociale.

     

    L’articolo:

    Il volontariato genera gratis il 4% del Pil italiano – Numero per numero, quanto vale questa risorsa diventata indispensabile in vari ambiti

    di Maurizio Maria Fossati

    TERZO SETTORE, una risorsa oggettivamente indispensabile per la sostenibilità socio-economica del nostro Paese. Un valore economico di ben 84 miliardi di euro l’anno (Rapporto 2024 di Generali Italia), pari a circa il 4% del Pil. E un alto impatto economico del non profit significa anche «efficienza sociale»: si valuta che un euro investito nel
    Terzo Settore possa generare il doppio del suo valore in benefici per la popolazione. «Le organizzazioni del Terzo Settore – spiega Giuse Dellavesa (nella foto a destra), presidente di Prometeo (Pro-getto Malattie Epatiche Trapianti E Oncologia – Odv), associazione di volontariato socio-sanitario che opera all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – hanno un atteggiamento di grande attenzione nel fare bene le cose che sono necessarie ed evitare gli sprechi. Sono associazioni che fungono da datori di lavoro, ma lo scopo non è il profitto aziendale, bensì quello di creare valore sociale offrendo aiuto e servizi per ridurre le disuguaglianze e colmare le lacune assistenziali affiancando le Istituzioni che, con la crescita dei bisogni, non riescono più a seguire tutto». In Italia, sono circa 360mila gli enti non profit. Impiegano oltre 920mila dipendenti. Il 50% delle istituzioni si trova nel Nord Italia, il 22% nel Centro e il 28% al Sud e nelle isole. Nell’ambito sanitario, le associazioni di volontariato non profit sono 12mila, quindi pari al 3,3% del totale. Contano 99mila dipendenti, circa l’11% delle persone impegnate. E anche nel settore della sanità gli enti non profit si concentrano prevalentemente nel Nord Italia, in particolare in Lombardia (2.036). «Soprattutto oggi è fondamentale la capacità di leggere l’evoluzione continua del mondo – dice l’oncologo Vincenzo Mazzaferro (nella foto a sinistra), coautore del saggio “Prossimo, molto vicino” (Edizioni San Paolo) – Altrettanto importante è la capacità di adattamento e di saper fare la “cosa giusta”; in un determinato momento e in una determinata situazione. Oggi, il “tempo nobile” è quello del non profitto che punta a soddisfare completamente i bisogni di salute: non solo quelli relativi alle prestazioni, ma anche gli altrettanto pressanti e non trascurabili bisogni umani».

    Mazzaferro, che nel 1999 fondò l’associazione Prometeo, già allora fu un medico illuminato e visionario. Un’avanguardia scientifica e sociale in un’ltalia che, come sostiene Silvio Garattini, è «uno dei Paesi al mondo dove il volontariato è maggiormente praticato». Lo dimostrano i numeri. Sono, infatti, circa 470mila i volontari che lavorano nell’ambito sanitario. Tantissimi volontari (I’82%) a fronte di un numero ridotto di dipendenti (18%). Ma c’è un rovescio della medaglia. A nove anni dall’entrata in vigore della legge numero 106 di riforma del Terzo Settore, seguita dal decreto numero 117 del 2017 che ne completò l’attuazione, chi è impegnato nel non profit sta tuttora affrontando le difficoltà dovute al cambiamento legislativo e all’evoluzione economica e sociale del Paese. Le principali difficoltà del Terzo Settore, evidenziate nel Rapporto Runts 2024, danno il podio al reperimento dei fondi e ai problemi finanziari (46%). Non è facile coniugare solidarietà e sostenibilità. Il perché è presto detto: le associazioni non profit devono sostenere spese fisse ogni mese (il commercialista, le assicurazioni per il lavoro dei volontari, l’affitto o l’acquisto di una sede e di spazi operativi, le varie manutenzioni, i materiali d’uso) a fronte di entrate non programmabili e assolutamente non certe come le donazioni e gli esiti di possibili bandi. Le sfide per trovare volontari e per superare la complessità della burocrazia seguono nella graduatoria degli ostacoli reali. E vanno sottolineate le difficoltà legate all’interpretazione e all’applicazione della nuova normativa (un nodo critico per il 23% degli enti). In definitiva, la dipendenza dalle donazioni e dal lavoro volontario, che può essere discontinuo e non sempre di tipo professionale, risultano i principali «freni» delle organizzazioni del Terzo Settore. E, In effetti, sono numerose le associazioni che non hanno risorse sufficienti per soddisfare le richieste di aiuto della popolazione.
    Ma quanti sono gli italiani che sanno veramente cosa si indica con il termine Terzo Settore? Secondo il sondaggio nazionale lanciato da Prometeo in occasione dei 25 anni dalla fondazione, gli acculturati sono 6 su 10. Tra questi, 7 su 10 hanno un’opinione favorevole nei confronti del Terzo Settore (soprattutto i giovani o chi ha avuto precedenti esperienze dirette). E dà grande conforto apprendere che quasi 9 intervistati (85%) su 10 ritengono che il Terzo Settore contribuisca in modo positivo al benessere della società, un’idea radicata soprattutto tra chi ha già avuto un’esperienza e tra i giovani del Centro Italia. I principali benefici riguarderebbero il ruolo di sensibilizzazione ed educazione dei cittadini (40%) e l’integrazione di persone vulnerabili o emarginate (inclusione sociale, 37%). Alla domanda cruciale «Ritiene che le organizzazioni del terzo settore siano più efficaci dello Stato nella risoluzione dei problemi sociali?», il 71% del campione ha risposto affermativamente. In particolare, un netto «sì» è stato dato dal 24% degli Intervistati, mentre il 47% ha affermato che comunque dipende dall’ambito d’azione. Il 50% di chi conosce il Terzo Settore ha affermato che il non profit è soprattutto efficace nella lotta alla povertà, mentre il 43% del campione ha optato per l’umanizzazione della Sanità. Ben il 65% degli intervistati ritiene che, a oggi, Il Terzo Settore riceve un sostegno inadeguato da parte dello Stato, e giudica corretti (77%) gli sgravi fiscali e le altre forme di agevolazioni di cui beneficiano le realtà non profit.

     

     


    Tumore epatico e trapianto di fegato: obiettivo guarire e tornare a vivere. Il servizio su RAI TG1

    Tumore epatico e trapianto di fegato: obiettivo guarire e tornare a vivere. Il servizio su RAI TG1Nel video il servizio di Alma Grandin, trasmesso il 27 aprile su Rai1 per la rubrica Tg1 Salute, si parla del nuovo studio condotto presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dal gruppo guidato dal Prof. Vincenzo Mazzaferro.

    Lo studio è stato presentato al Congresso EASL – The Home of Hepatology (European Association for the Study of the Liver) di Parigi che si è svolto a marzo 2025 e che sarà illustrato nel dettaglio agli studiosi che interverranno al prossimo ILC (International Liver Congress) di Amsterdam, il più grande congresso sul fegato al mondo.
     
    ” ̀ , , ̀ ’ , ’ . , , ̀ .” – Prof. Vincenzo Mazzaferro
     
     

    Quel volontariato passato ai raggi X – Ecco il libro-inchiesta di Fossati e Mazzaferro – Il Giornale

    Quel volontariato passato ai raggi X - Ecco il libro-inchiesta di Fossati e Mazzaferro - Il GiornaleUna delle «fotografie» più recenti del volontariato è stata scattata proprio da Milano.

    Il clic si deve a un importante lavoro, un libro-inchiesta del giornalista milanese Maurizio Maria Fossati e del medico oncologo Vincenzo Mazzaferro (nella foto), con l’Associazione Prometeo. Viaggio fra le testimonianze di chi ha vissuto questa realtà per 25 anni. Risultato: «Prossimo, molto vicino» (Edizioni San Paolo, 192 pagine).

    Il saggio, che raccoglie voci e verità, tenta di rispondere alla crisi attuale del volontariato sociosanitario. E sottolinea un «paradosso» che è nella proposta di riordino del Terzo Settore per Organizzazioni del Volontariato (Odv): il contrasto tra l’applicazione di un modello «aziendale» caldeggiato con l’approvazione degli economisti, e la realtà della forza lavoro delle stesse Odv. Questo «paradosso» – secondo gli autori – è rappresentato dal fatto che se da una parte con il modello aziendale «le Odv hanno oggi responsabilità precise, bilanci periodici e parametri da rispettare per dimostrare il valore del loro operato», dall’altra queste «non hanno un inquadramento della loro forza lavoro, libera o meno di impegnarsi negli obiettivi dell’organizzazione». – LuPav, Il Giornale, 27 gennaio 2025


    Prometeo, 25 anni al servizio del malato – Davide Re, Avvenire

    Avvenire 11 gennaioPrometeo, 25 anni al servizio del malato. L’associazione festeggia con un libro inchiesta sulla complessità dell’aiuto nella sanità di oggi. Analisi di una realtà del bene: la macchina della salute non può fare a meno del Terzo e Quarto settore, che però vengono penalizzati da burocrazia e regole.

    Migliaia di persone aiutate gratuitamente e 25 anni di attività: è la storia dell’Associazione Prometeo, che ha festeggiato il suo quarto di secolo pubblicando un volume, scritto da Associazione Prometeo, Maurizio Maria Fossati e Vincenzo Mazzaferro intitolato Prossimo, molto vicino (San Paolo, pagine 192, euro 15,00).
    Il volume, molto scorrevole, non solo racconta l’epopea di questa realtà milanese del “bene”, ma mette in luce anche tutte le passioni e le difficoltà che il “volontario” di oggi deve affrontare, soprattutto nel suo rapporto costante con la Pubblica amministrazione.

    Il corto circuito è presto detto, le politiche di salute pubblica, di cura e assistenza prevedono un ruolo attivo sia per il Terzo che per Quarto settore, ma molto spesso la rigidità burocratica o l’eccesso di regolamentazione fa si che queste realtà non riescano ad operare come vorrebbero a causa degli eccessivi costi richiesti dai parametri pubblici per l’espletazione di un servizio. Un fatto che poi avvita la stessa macchina sanitaria, che si trova – soprattutto nell’assistenza sociosanitaria o nell’aiuto in genere – a far meno dei vo-lontari, disattendendo i bisogni di una popolazione sembra più anziana, fragile e sola.

    Il volume è infatti, come spiegano gli autori, è un libro-inchiesta che nasce dalle voci di chi ha operato con Prometeo. Attraverso un dialogo aperto con questi protagonisti dell’aiuto,
    con i sostenitori materiali dell’associazione, con ex pazienti e con operatori del materiali dell’associazione, con ex pazienti e con operatori del settore sanitario, Prossimo, molto vicino offre stimoli e riflessioni sul presente e indicazioni sul futuro del mondo del volontariato, anche alla luce dell’attuale quadro normativo.

    Il nome “Prometeo” non si ispira al mito di colui che rubò il fuoco agli dei per darlo al genere umano, ma più semplicemente è l’acronimo di “Progetto malattie epatiche trapianti ed onco-logia” – fondata nel 1999 – realtà nata all’interno dell’Istituto dei Tumori di Milano per dare assistenza a malati e familiari – per esempio mettendo a disposizione alloggi per chi viene a Milano a curarsi – e supportare lo studio, la cura e la prevenzione delle malattie oncologiche degli organi dell’apparato digerente. Grazie ai volontari i pazienti dell’Istituto dei tumori vengono così seguiti non solo al momento del loro ingresso in ospedale, ma anche prima e dopo, con l’aiuto logistico, psicologico e umano. Il fondatore di Prometeo è uno degli autori del libro, ovvero Mazzaferro, oncologo di fama e professore di Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano.

    – Davide Re, Avvenire 11 gennaio 2025

     


    Il libro PROSSIMO, MOLTO VICINO. Ce ne parla il Prof. Mazzaferro a “Sei in salute” di Lorella Bertoglio a TeleNova

    Bozza automatica 50

    Il Prof. Vincenzo Mazzaferro, ospite della trasmissione di Telenova “Sei in Salute”, intervistato dalla giornalista Lorella Bertoglio, racconta la storia di PROMETEO e dei suoi 25 anni di assistenza ai malati presso l’Istituto Nazionale dei Tumori

    ci parla dei Criteri di Milano e affronta il tema del volontariato ospedaliero, attraverso la presentazione del libro PROSSIMO, MOLTO VICINO, scritto insieme all’Associazione PROMETEO e a Maurizio Maria Fossati.

    “Non possiamo, non posso, e tutta la nostra categoria non può non notare che il numero di persone che si dà da fare per aiutare gli altri è sempre un po’ in riduzione. Occorre preservare la forza e l’importanza di questo tipo di attività che è fondamentale per tutti, per l’ospedale, naturalmente, ma lo è anche per la società intera perché se le persone stanno meglio sta meglio l’intera società”. Vincenzo Mazzaferro
     
     
    “Prossimo, molto vicino”, Edizioni San Paolo, è disponibile in tutte le librerie online.
     
    📘Puoi acquistare il libro presso la segreteria di PROMETEO oppure al seguente LINK
     
    Il ricavato contribuirà a sostenere le attività di PROMETEO ODV.

    “Prossimo, molto vicino”, la recensione su Gist.it

    “Prossimo, molto vicino”, la recensione su Gist.itUn viaggio, questa volta non nel mondo del turismo ma della salute. È il libro-inchiesta “Prossimo, molto vicino” nato dalle voci dei protagonisti di 25 anni di vita vissuta nel mondo del volontariato. 

    Un saggio che raccoglie testimonianze e verità, tentando di rispondere alla crisi attuale del volontariato sociosanitario in un momento storico di riordino del Terzo Settore. Perché L’intera società civile non può ignorare il paradosso su cui si continua a equivocare, ovvero che l’opera di volontariato prestata per coloro che sono nel bisogno ha un enorme valore, pur essendo gratuita”

    La solidarietà un valore fondamentale

    Attraverso un dialogo aperto con protagonisti del mondo del volontariato, con sostenitori, con ex-pazienti e con operatori del settore sanitario, il libro propone stimoli e riflessioni sul presente senza tralasciare indicazioni su cui costruire il futuro. Pagina dopo pagina, emerge chiaro un messaggio: sta a noi mantenere un ruolo di protagonisti e non di comparse in un mondo che cambia preservando “il buono e il giusto” che, dalle radici profonde della solidarietà e del riconoscimento del nostro prossimo, si ripropone come valore fondante della convivenza umana.

    Il riordino del Terzo Settore

    Dopo una prima parte dedicata ai valori imprescindibili del volontariato sociale, sanitario e non solo, e una seconda focalizzata sui problemi emergenti, gli autori affrontano un’analisi esperienziale di cosa implichi oggi il riordino del Terzo Settore per le Organizzazione di volontariato (ODV). L’applicazione di un modello “aziendale” su cui lo Stato e gli economisti puntano. Le ODV, quindi, hanno oggi responsabilità precise, bilanci periodici e parametri da rispettare per dimostrare il valore del loro operato. ODV che, però, non hanno inquadramento della loro forza lavoro, libera o meno di impegnarsi negli obiettivi dell’organizzazione: un paradosso che non si riesce a comprendere quanto potrà durare. Nella parte finale del libro si prova a dare qualche risposta, ovviamente non definitiva, alle tante domande ancora aperte. Accanto alle parole del cuore e alle parole che restano, si potrà cercare qualche traccia di futuro sia nel passato, sia nel presente che gli autori hanno provato a narrare.

    Una coralità di testimonianze

    Il libro è stato scritto da un medico oncologo, e da un giornalista, Maurizio Maria Fossati (consigliere GIST), grazie alla disponibilità di tanti amici che hanno accettato di parlare della loro esperienza vissuta in prima persona, da protagonisti nel mondo del volontariato, o come sostenitori che hanno contribuito a far sì che si potesse andare incontro ai bisogni del prossimo che ci è vicino. Tutti hanno risposto con entusiasmo all’invito a collaborare che ha rivolto loro la presidente di PROMETEO, con il desiderio di lasciare una testimonianza, animati dalla riconoscenza per quanto hanno ricevuto e per la gioia di aver potuto a loro volta donare in modo completamente altruistico. Per tutti è stato importante dare un messaggio che portasse conforto.

    25 anni di volontariato

    I 25 anni di attività dell’Associazione PROMETEO hanno coinvolto, accompagnato e supportato la vita di molte persone, in un momento difficile della loro vita come quello della malattia oncologica. Le pagine del libro raccolgono pensieri e proposte tratti da momenti di vita vissuta per e con l’Associazione, da situazioni contingenti, talvolta di entusiasmo, talvolta di dolore. Pensieri maturati in esperienze formative nate dalla realtà, dagli interrogativi che sorgono quando per scelta o per caso ci si imbatte nella “voglia di dare una mano”.

    Entrare nel mondo del volontariato

    Ma il libro vuole anche trasmettere lo stimolo a interessarsi e, se possibile, a entrare nel mondo del volontariato, anche solo semplicemente provando a farsi coinvolgere. Tutti abbiamo qualcosa da dare e tutti abbiamo bisogno di ricevere. Crederci è già un buon inizio che aiuta a non far prevalere il senso di inadeguatezza, spesso solo un alibi per non “prendere la rincorsa” e lanciarsi nella sorprendente dimensione dell’altruismo. Un’esperienza unica da vivere insieme agli altri.

    Già 25 secoli fa Platone osservava che “La felicità non sta nel ricevere, ma nel dare”; un principio che la filosofia ha incardinato nella quotidianità dell’uomo comune e nella straordinarietà della vita. Anche i proverbi, che sono l’espressione più sincera della saggezza popolare, ci ricordano che “Il bene che fai, esce dalla porta e rientra dalla finestra”. 

    Il valore del dare

    “Fare del bene, donare qualcosa di sé rappresenta nella mia esperienza lo strumento in grado di dare alla vita il suo senso più alto. È una sorta di valore aggiunto che si percepisce solo maturando la consapevolezza che l’altruismo può diventare il sentimento-guida del nostro agire: solo così diamo sollievo agli altri senza pesare su noi stessi”, sono le parole di un ex paziente, filantropo.

    La scienza che studia le condizioni di quello che definiamo come il “benessere umano” ci dice che per stare bene abbiamo bisogno degli altri, delle relazioni, dell’essere aiutati, amati. Abbiamo bisogno, secondo una prospettiva etico-relazionale, di essere riconosciuti come prossimo e di riconoscere come prossimo chi ci sta vicino. 

    Da tempo immemorabile quella del riconoscimento e dell’attenzione al prossimo è una caratteristica innata, soprattutto in alcune persone e soprattutto in alcune culture. Si tratta di uomini e donne che spontaneamente, senza chiedere nulla in cambio “danno una mano”, si adoperano perché l’altro, che pure non conoscono, possa star meglio, possa superare una situazione difficile, un dolore, una crisi, uno sbandamento, una perdita.

    In Italia due milioni e mezzo di volontari

    In alcune società e nella nostra italiana in particolare, le forme di organizzazione collettiva di questa dote si sono moltiplicate nel tempo, trovando le più varie espressioni e realizzazioni: dalla banda di paese, all’associazione che orienta la ricerca scientifica di una nazione intera, dal piccolo nucleo di aiuto per il doposcuola di bambini con famiglie disagiate, a organizzazioni che trasportano e assistono intere popolazioni nei teatri di guerra. Solo in Italia sono quasi 2 milioni e mezzo le persone che volontariamente e in modo continuativo fanno qualcosa per gli altri, singolarmente o in gruppi, che appunto prendono il nome di Organizzazioni di volontariato (ODV).

    www.gist.it – di Elena Pizzetti


    Prossimo, molto vicino. Un libro inchiesta sul volontariato che nasce dalle voci dei protagonisti – Giornale di Sicilia

    Prossimo, molto vicino. Un libro inchiesta sul volontariato che nasce dalle voci dei protagonisti - Giornale di SiciliaAttraverso un dialogo aperto con protagonisti del mondo del volontariato, con sostenitori, con ex-pazienti e con operatori del settore sanitario, il libro raccoglie pensieri e proposte dall’oncologi Vincenzo Mazzaferro, dal giornalista Maurizio Maria Fossati e dall’associazione PROMETEO, pensieri maturati in esperienze formative nate dalla realtà, dagli interrogativi che sorgono quando per scelta o per caso ci si imbatte nella “voglia di dare una mano”.

    Dopo una prima parte dedicata ai valori imprescindibili del volontariato sociale, sanitario e non solo, e una seconda focalizzata sui problemi emergenti, gli autori affrontano il tema del riordino del Terzo Settore per le Organizzazione di volontariato (ODV). L’applicazione di un modello “aziendale” su cui lo Stato e gli economisti puntano. Le ODV, quindi, hanno oggi responsabilità precise, bilanci periodici e parametri da rispettare per dimostrare il valore del loro operato. ODV che, pe-rò, non hanno inquadramento della loro forza lavoro, libera o meno di impegnarsi negli obiettivi dell’organizzazione.

    I 25 anni di attività dell’Associazione PROMETEO hanno coinvolto, accompagnato e supportato la vita di molte persone, in un momento difficile della loro vita come quello della malattia oncologica.

    Secoli fa, Platone osservava che “La felicità non sta nel ricevere, ma nel dare”; un principio che la filosofia ha incardinato nella quotidianità dell’uomo comune e nella straordinarietà della vita. Anche i prover-bi, che sono l’espressione più sincera della saggezza popolare, ci ricordano che *Il bene che fai, esce dalla porta e rientra dalla finestra”.

    “Fare del bene, donare qualcosa di sé rappresenta nella mia esperienza lo strumento in grado di dare alla vita il suo senso più alto. È una sorta di valore aggiunto che si percepisce solo maturando la consapevolezza che l’altruismo può diventare il sentimento-guida del nostro agire: solo così diamo sollievo agli altri senza pesare su noi stessi”, sono le parole di un ex paziente, filantropo.

    La scienza che studia le condizioni di quello che definiamo come il “benessere umano” ci dice che per stare bene abbiamo bisogno degli altri, delle relazioni, dell’essere aiutati, amati. Abbiamo bisogno, secondo una prospettiva etico-rela-zionale, di essere riconosciuti come prossimo e di riconoscere come prossimo chi ci sta vicino.

    Solo in Italia sono quasi 2 milioni e mezzo le persone che, volontariamente e in modo continuativo, fanno qualcosa per gli altri, singolarmente o in gruppi, che appunto prendono il nome di Organizzazioni di volontariato.

    In definitiva, grazie al volontariato e all’impegno di persone meravigliose e schive, le Istituzioni e lo Stato suppliscono ai bisogni della popolazione non abbiente con un aiuto che altrimenti non sarebbe possibile erogare, se non a costi molto significativi. E questo libro vuole anche essere un ringraziamento a tutte queste splendide persone.

    Tutti i diritti d’autore sono a favore dell’associazione di volontariato PROMETEO.

    Da: Giornale di Sicilia


    Prossimo.Molto vicino. In Libreria – Le proposte di novembre – vogliadisalute.it

    Attraverso un dialogo aperto con protagonisti del mondo del volontariato, con sostenitori, con ex-pazienti e con operatori del settore sanitario, il libro propone stimoli e riflessioni sul presente senza tralasciare indicazioni su cui costruire il futuro. Pagina dopo pagina, emerge chiaro un messaggio: sta a noi mantenere un ruolo di protagonisti e non di comparse in un mondo che cambia preservando “il buono e il giusto” che, dalle radici profonde della solidarietà e del riconoscimento del nostro prossimo, si ripropone come valore fondante della convivenza umana.

    Dopo una prima parte dedicata ai valori imprescindibili del volontariato sociale, sanitario e non solo, e una seconda focalizzata sui problemi emergenti, gli autori affrontano un’analisi esperienziale di cosa implichi oggi il riordino del Terzo Settore per le Organizzazione di volontariato (ODV). L’applicazione di un modello “aziendale” su cui lo Stato e gli economisti puntano. Nella parte finale del libro si prova a dare qualche risposta, ovviamente non definitiva, alle tante domande ancora aperte. Accanto alle parole del cuore e alle parole che restano, si potrà cercare qualche traccia di futuro sia nel passato, sia nel presente che gli autori hanno provato a narrare.
    Maurizio Maria Fossati e Vincenzo Mazzaferro

    Scritto a quattro mani da un medico oncologo, Vincenzo Mazzaferro, e da un giornalista, Maurizio Maria Fossati, il volume ha preso corpo grazie alla disponibilità di amici che hanno accettato di parlare della loro esperienza vissuta in prima persona, da protagonisti nel mondo del volontariato, o come sostenitori che hanno contribuito a far sì che si potesse andare incontro ai bisogni del prossimo che ci è vicino. Tutti hanno risposto con entusiasmo all’invito a collaborare che ha rivolto loro la presidente di PROMETEO, con il desiderio di lasciare una testimonianza, animati dalla riconoscenza per quanto hanno ricevuto e per la gioia di aver potuto a loro volta donare in modo completamente altruistico. Per tutti è stato importante dare un messaggio che portasse conforto.

    I 25 anni di attività dell’Associazione PROMETEO hanno coinvolto, accompagnato e supportato la vita di molte persone, in un momento difficile della loro vita come quello della malattia oncologica.

    Le pagine del libro raccolgono pensieri e proposte tratti da momenti di vita vissuta per e con l’Associazione, da situazioni contingenti, talvolta di entusiasmo, talvolta di dolore. Pensieri maturati in esperienze formative nate dalla realtà, dagli interrogativi che sorgono quando per scelta o per caso ci si imbatte nella “voglia di dare una mano”. Ma il libro vuole anche trasmettere lo stimolo a interessarsi e, se possibile, a entrare nel mondo del volontariato, anche solo semplicemente provando a farsi coinvolgere. Tutti abbiamo qualcosa da dare e tutti abbiamo bisogno di ricevere. Crederci è già un buon inizio che aiuta a non far prevalere il senso di inadeguatezza, spesso solo un alibi per non “prendere la rincorsa” e lanciarsi nella sorprendente dimensione dell’altruismo. Un’esperienza unica da vivere insieme agli altri. – Stefania Lupi

    Da: vogliadisalute.it


    Farsi vicini ai malati che vengono da lontano – Il Corriere della Sera – Salute

    Bozza automatica 48Platone lo aveva capito 25 secoli fa: «La felicità non sta nel ricevere, ma nel dare». Intuizione poi sedimentata nella saggezza popolare, come testimoniano i tanti proverbi che celebrano il valore del dono, in tempi più recenti dimostrato anche dalla scienza: per vivere bene abbiamo bisogno di affetti e solidarietà. In una parola, abbiamo bisogno del prossimo.

    C’è poi chi va oltre e «si fa prossimo», come i due milioni e mezzo di italiani che senza chiedere nulla in cambio si adoperano perché altre persone, mai viste prima, po sano vivere meglio o riescano a superare un periodo difficile. Sono persone mosse da altruismo, che credono nel valore della solidarietà. Ai volontari, soprattutto in campo sanitario, nessuno fa mancare lodi e apprezzamento.

    Ma abbondano solo quelli, perché quando si arriva agli aspetti pratici (ogni attività ha bisogno di risorse economiche, e il Terzo settore non fa eccezione) le cose cambiano. Lo Stato chiede alle associazioni bilanci, garanzie, parametri, che comportano costi e una gestione «aziendalista». È il paradosso di una società che impone logiche economiche anche alle iniziative che vivono di impegno e passione.

    È uno degli spunti di riflessione che emergono da questo libro-inchiesta scritto a molte mani.

    Oltre al giornalista scientifico Maurizio Maria Fossati e al chirurgo oncologo Vincenzo Mazzaferro, tra gli autori c’è l’Associazione Prometeo (il nome fa riferimento alla mitologia, ma è anche acronimo di PROgetto Malattie Epatiche Trapianti E Oncologia) che compie 25 anni. È stata fondata infatti nel 1999 all’interno dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per sostenere pazienti in cura per malattie epatiche o sottoposti a trapianto di fegato.

    Tra gli obiettivi c’era anche quello di dare ospitalità e sostenere le famiglie dei trapiantati arrivati da altre città. Nel frattempo le attività dell’associazione, si sono moltiplicate ma sono rimasti intatti senso e obiettivo dell’iniziativa, come dimostrano le testimonianze dei volontari e delle persone passate per «Casa Prometeo». Tutti i diritti d’autore andranno all’associazione Prometeo.

    Da: Il Corriere della Sera – inserto Salute


    Un libro-inchiesta che nasce dalle voci dei protagonisti di 25 anni di vita vissuta nel mondo del volontariato – cronachediscienza.it

    Un saggio che raccoglie testimonianze e verità, tentando di rispondere alla crisi attuale del volontariato sociosanitario in un momento storico di riordino del Terzo Settore.

    “L’intera società civile non può ignorare il paradosso su cui si continua a equivocare, ovvero che l’opera di volontariato prestata per coloro che sono nel bisogno ha un enorme valore, pur essendo gratuita”.

    Attraverso un dialogo aperto con protagonisti del mondo del volontariato, con sostenitori, con ex-pazienti e con operatori del settore sanitario, il libro propone stimoli e riflessioni sul presente senza tralasciare indicazioni su cui costruire il futuro. Pagina dopo pagina, emerge chiaro un messaggio: sta a noi mantenere un ruolo di protagonisti e non di comparse in un mondo che cambia preservando “il buono e il giusto” che, dalle radici profonde della solidarietà e del riconoscimento del nostro prossimo, si ripropone come valore fondante della convivenza umana.

    Dopo una prima parte dedicata ai valori imprescindibili del volontariato sociale, sanitario e non solo, e una seconda focalizzata sui problemi emergenti, gli autori affrontano un’analisi esperienziale di cosa implichi oggi il riordino del Terzo Settore per le Organizzazione di volontariato (ODV). L’applicazione di un modello “aziendale” su cui lo Stato e gli economisti puntano. Le ODV, quindi, hanno oggi responsabilità precise, bilanci periodici e parametri da rispettare per dimostrare il valore del loro operato. ODV che, però, non hanno inquadramento della loro forza lavoro, libera o meno di impegnarsi negli obiettivi dell’organizzazione: un paradosso che non si riesce a comprendere quanto potrà durare. Nella parte finale del libro si prova a dare qualche risposta, ovviamente non definitiva, alle tante domande ancora aperte. Accanto alle parole del cuore e alle parole che restano, si potrà cercare qualche traccia di futuro sia nel passato, sia nel presente che gli autori hanno provato a narrare.

    Il libro è stato scritto da un medico oncologo, Vincenzo Mazzaferro, e da un giornalista, Maurizio Maria Fossati, grazie alla disponibilità di tanti amici che hanno accettato di parlare della loro esperienza vissuta in prima persona, da protagonisti nel mondo del volontariato, o come sostenitori che hanno contribuito a far sì che si potesse andare incontro ai bisogni del prossimo che ci è vicino. Tutti hanno risposto con entusiasmo all’invito a collaborare che ha rivolto loro la presidente di PROMETEO, con il desiderio di lasciare una testimonianza, animati dalla riconoscenza per quanto hanno ricevuto e per la gioia di aver potuto a loro volta donare in modo completamente altruistico. Per tutti è stato importante dare un messaggio che portasse conforto.

    Da: cronachediscienza.it