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    Istituto Nazionale dei Tumori: Marco e Adele, due storie a lieto fine in periodo di coronavirus

    Foto: Cosmo Laera

    L’attività chirurgica sui malati di tumore prosegue all’Istituto Nazionale dei Tumori, nonostante l’emergenza Covid-19. Solo nelle ultime settimane sono stati eseguiti interventi delicati e importanti come trapianti di fegato, rimozioni di neoplasie dello stomaco, del pancreas, del colon, delle vie biliari.

    Mai come in questo momento così difficile siamo felici di potervi raccontare due storie a lieto fine, di persone curate all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. La prima è quella di Marco, 17 anni, operato di un tumore molto comune in generale, ma molto raro in pazienti della sua giovane età. L’intervento è stato eseguito da una équipe mista, con lo scopo di ottenere il minimo trauma per il paziente, formata da chirurghi epatici e colorettali. Le tecnologie oggi disponibili sia per lachirurgia epatica che colorettale sono state adottate in un singolo momento, durato molte ore, sfruttando anche il risultato ottenuto da altre terapie non chirurgiche praticate in precedenza da specialisti oncologi e pediatri. Uno sforzo coordinato dal prof. Vincenzo Mazzaferro, che ha visto coinvolti molti specialisti, tra cui la dott.ssa Coppa, il dott. Cosimelli, la dott.ssa Massimino, il dott. Pietrantonio, la dott.ssa Di Bartolomeo e tanti altri, che è possibile solo in contesti molto sofisticati come quello di una istituzione del tutto focalizzata sulla cura dei tumori.

    La seconda storia è quella della signora Adele, trapiantata di fegato la scorsa settimana, arrivata a Milano dalla Sardegna con non poche difficoltà dovute alle restrizioni in vigore in questo momento sul territorio nazionale. Adele dopo il trapianto è stata dimessa ed ora è ospite di uno degli alloggi di CasaPROMETEO, dove l’ha raggiunta il marito. In questo modo potrà stare a poca distanza dall’ospedale, accolta in un ambiente sicuro e confortevole, per il tempo necessario ad eseguire tutti i controlli medici programmati.

    Marco e Adele sono la dimostrazione di come l’eccezionale sia all’ordine del giorno, per l’Istituto e per la Struttura Complessa di Chirurgia Epato-gastro-pancreatica e Trapianto di fegato… anche ai tempi del coronavirus.

    Di queste due storie ne hanno parlato numerose testate. Vi invitiamo, se lo desiderate, a leggere l’articolo completo:

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    PROMETEO fornisce così il proprio supporto al lavoro incredibile del nostro personale sanitario, e in questi giorni continua ad impegnarsi per stare vicino ai pazienti e alle loro famiglie. Invitiamo tutti a dare il proprio contributo a questa causa, anche piccolo, su retedeldono.it. Tutti possiamo dimostrare la nostra vicinanza a medici, infermieri, operatori sanitari e a chi quotidianamente è in prima linea nel combattere questa battaglia. Impegnamoci nell’acquisto di ciò che è necessario per garantire la sicurezza di operatori e pazienti e sosteniamo la presenza di un adeguato numero di medici e infermieri per fronteggiare questa emergenza. Dobbiamo proteggere chi ci protegge.

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    Oncologia del Trapianto: gli approcci attuali e le sfide future – Vincenzo Mazzaferro – Sanità & Benessere

    Sanita_Benessere_n°6-2019_MAZZAFERRO Su Sanità e Benessere di dicembre: Un’interessante riflessione del prof. Vincenzo Mazzaferro sulla necessità di affrontare il tema dell’allocazione delle risorse con rigore scientifico e metodologico, senza arbitrarietà.

     

    Il Prof. Vincenzo Mazzaferro è Direttore della S. C. di Chirurgia Epatobiliopancreatica e Trapianto di fegato della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il primo Centro dove, 20 anni fa, si è iniziato a lavorare sull’Oncologia dei Trapianti. E che oggi, essendosi sviluppata enormemente, necessita di un nuovo protocollo che, nella decisione di come allocare un organo, guidi i medici nella scelta più appropriata con criteri scientifici, solidi e non arbitrari.

    Professore quale tipologia di pazienti è oggi in lista d’attesa per un trapianto di fegato?
    “Quando si parla di trapianto di fegato le prospettive da presidiare e proteggere sono due: la prima è quella dell’individuo malato di tumore che, per effetto di un trapianto, può beneficiare di una cura e teoricamente guarire. La seconda prospettiva è, invece, quella della comunità di persone affette da patologie epatiche in attesa di un trapianto e che competono per l’assegnazione di un organo a loro destinato ma, come sempre, in misura deficitaria. Il trapianto di fegato può essere utile, infatti, sia a soggetti con tumore sia a pazienti che non hanno un tumore ma hanno altre patologie terminali del fegato che non possono essere guarite se non con un trapianto. Oggi la percentuale in Italia delle persone in lista d’attesa per un trapianto di fegato è fatta di un 40/45% con tumore e di un 55/60% con altre patologie epatiche. L’indicazione trapiantologica per tumore è cresciuta, infatti, sensibilmente negli anni: vent’anni anni fa sembrava utopia, oggi la metà quasi delle persone in lista d’attesa per un trapianto ha un cancro”.

    Qual è oggi l’approccio all’Oncologia dei Trapianti?
    “L’Oncologia dei Trapianti ha una duplice prospettiva di osservazione: quella del singolo paziente, per il quale qualsiasi indicazione di trapianto è giustificabile perché permette di avere un vantaggio rispetto al non farlo; e quella di sistema, ossia della comunità di persone in lista d’attesa, che deve amministrare una risorsa ragionevolmente limitata e comunque inferiore alle necessità e che, per poter essere giustificata, deve portare a dei vantaggi globali. Per entrambe le situazioni vanno valutati gli esiti positivi e negativi, ovvero i benefici e i rischi che ciascuna delle decisioni porta con sé”.

    E qual è la sfida dei prossimi anni?
    “Se si prende una decisione che porta dei vantaggi sia al singolo sia al sistema, questa è certamente una decisione appropriata. All’opposto, se si fa una scelta che non porta alcun vantaggio a nessuno, si è solamente sprecata una risorsa e dunque è sicuramente una decisione negativa. Ci sono però tutta una serie di casi in cui decidere cosa fare non è così semplice e lampante e si rischia quindi di cadere nell’arbitrarietà, decidendo a favore del singolo paziente in base a indicazioni individualizzate – valutazioni sulle sue condizioni sociali, economiche, affettive – che finiscono per prevalere su quelle generali; oppure, al contrario, decidendo di avvantaggiare il gruppo per salvare più vite rispetto a quella di un singolo paziente, utilizzando ad esempio i cosiddetti organi marginali, ossia organi non perfetti che non porterebbero vantaggio a un singolo individuo ma che andrebbero bene alla comunità in generale. Tutte queste situazioni, che sono molto delicate e vanno trattate con trasparenza e cautela, devono essere inquadrate e regolate attraverso protocolli di lavoro basati su un approccio scientifico, validati dallo studio scientifico e sufficientemente supportati dalle strutture di organizzazione e gestione dell’allocazione degli organi al fine di portare, nel giro di pochi anni, a delle informazioni solide che permettano di dire se in quella determinata situazione il trapianto sia sicuramente utile o meno. Si deve arrivare a poter prendere delle decisioni non basate solo sulla personale sensibilità del medico – che comunque conta moltissimo – ma anche su un dato scientifico, concreto, riproducibile e vero. In Italia ci sono alcuni Centri che hanno una forte sensibilità in questo senso – come il nostro – che hanno dedicato l’intero loro lavoro a fornire informazioni reali, dati veri su cui si poter costruire delle scelte sagge. Ed è questa è la principale sfida a cui è chiamata oggi la Trapiantologia per cancro. Che deve essere anche un richiamo a un investimento in risorse e a un impegno metodologico nella ricerca clinica reale sui pazienti perché si possano costruire dei percorsi davvero virtuosi. Se poi le risorse crescono – oggi ci sono delle bellissime prospettive nella ricerca sul mantenimento e il ricondizionamento degli organi per migliorarli prima del trapianto stesso per far sì che funzionino meglio – questo sarà un ulteriore vantaggio. Senza contare il supporto che ci arriva da scienza, tecnologie e innovazioni, già molto utili in altri campi per prendere delle decisioni sagge (basti pensare come le informazioni di Google Maps in tempo reale sul traffico ci consentano di scegliere per tempo quale strada prendere) e che oggi stanno diventando molto comuni anche in medicina e in particolare nella medicina di frontiera, come quella dei trapianti o, ancora di più, in quella dell’Oncologia dei Trapianti”.

    Scarica il PDF dell’articolo – Sanità & Benessere – Dicembre 2019

    Oncologia del Trapianto: gli approcci attuali e le sfide future - Vincenzo Mazzaferro - Sanità & Benessere


    Chirurgia Epatobiliopancreatica e trapianto: cosa c’è di nuovo – Intervista a Vincenzo Mazzaferro

    Chirurgia Epatobiliopancreatica e trapianto: cosa c’è di nuovo - Intervista a Vincenzo Mazzaferro 1Chirurgia Epatobiliopancreatica e trapianto: cosa c’è di nuovo. Gli studi sui tumori epatici primitivi su base metabolica e la nascita di una nuova specialità, l’oncologia dei trapianti, aprono ulteriori prospettive ai pazienti affetti da neoplasie.

     

    È uscito su Sanità & Benessere, allegato del Corriere Della Sera-La Repubblica, un interessante articolo con l’intervista al Prof. Vincenzo Mazzaferro, Direttore della S. C. di Chirurgia Epatobiliopancreatica e trapianto di fegato presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

     

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    Tumori alle vie biliari: la cura è possibile – Panorama intervista il Prof. Mazzaferro

    Prof. Vincenzo Mazzaferro_Istituto dei Tumori MilanoTumori alle vie biliari: la cura è possibile. L’oncologo e chirurgo Vincenzo Mazzaferro spiega come nuovi farmaci in combinazione con la chirurgia e altre cure disponibili restituiscono la speranza ai malati.

     

    C’è un’intera famiglia di farmaci, alcuni dei quali in sperimentazione all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, che permette di bloccare l’evoluzione dei tumori alle vie biliari. Essi vengono impiegati quando non è possibile intervenire chirurgicamente e permettono se non la guarigione (più spesso ottenibile con l’asportazione del tumore), almeno il controllo della malattia fino all’80 per cento. Lo spiega Vincenzo Mazzaferro, esperto noto a livello internazionale nel campo del trattamento dei tumori dell’apparato digerente, in particolare delle vie biliari e del fegato. Direttore del reparto di Chirurgia Apparato Digerente e Trapianto di Fegato della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, professore ordinario in chirurgia generale per l’Università degli Studi di Milano, Mazzaferro è anche impegnato nel sostegno dei malati prima e dopo il trapianto di fegato. Ha ricevuto molti riconoscimenti tra i quali il premio Firc (Fondazione Italiana Ricerca sul Cancro) consegnato dalla Presidenza della Repubblica.Leggi l’articolo


    Sanità & Benessere, Il Corriere della Sera: intervista al prof. Mazzaferro

    Sanità & Benessere de Il Corriere della Sera: intervista al prof. Mazzaferro23.12.16, Sanità & Benessere de Il Corriere della Sera: intervista al prof. Mazzaferro e presentazione dell’Associazione PROMETEO.

    Un bellissimo articolo di quattro pagine è uscito il 23 Dicembre sull’inserto del Corriere della Sera dedicato alla salute, “Sanità & Benessere e focus”, nella rubrica “Speciale ECCELLENZE Lombardia”.

    L’articolo riporta un’interessante intervista al Prof. Vincenzo Mazzaferro che ci parla della Struttura Complessa Chirurgia Epato-Gastro-Pancreatica e Trapianto di Fegato, all’interno della Fondazione IRCCS Leggi l’articolo


    Il lungo viaggio di Claudio D’Alia prosegue ancora

    Il lungo viaggio di Claudio D’Alia prosegue ancora 1«C’è chi è solo un fulmine, chi solo un tuono, Claudio riusciva ad essere entrambi, illuminava e dirompeva». Il lungo viaggio di Claudio D’Alia prosegue ancora.

    Rievocando questa citazione di un caro amico, Simona Caratozzolo ha voluto ricordare l’amato e indimenticabile marito, il compianto Claudio D’Alia, morto prematuramente dieci anni fa. Claudio è stato un raffinato chirurgo oltre che una gran bella persona: affabile, perspicace, generoso, sempre pronto ad aiutare gli altri e, soprattutto, intellettualmente curioso. Quella qualità che è la base indispensabile per qualsiasi medico e ricercatore che voglia stare al passo con i tempi.

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    In ricordo di Claudio D’Alia una serata per la ricerca contro il cancro

    In ricordo di Claudio D'Alia una serata per la ricerca contro il cancroIn ricordo di Claudio D’Alia una serata per la ricerca contro il cancro.

    Scomparso prematuramente, Claudio D’Alia era un medico chirurgo e a lui è stata dedicata una serata di beneficenza per raccogliere fondi da destinare all’associazione Onlus Prometeo. I fratelli, gli amici, la famiglia lo hanno ricordato nel segno delle sue passioni.

    Hanno ricordato Claudio D’Alia, a dieci anni dalla sua prematura scomparsa, come lui avrebbe voluto: una sera Leggi l’articolo




    L’aiuto di PROMETEO – vicini a chi soffre

    L'aiuto di PROMETEO - vicini a chi soffreLo staff di PROMETEO  ha presentato a Teglio (SO) le attività dell’associazione in un’occasione speciale organizzata dall’Accademia del Pizzocchero, sempre molto sensibile alle tematiche sociali.

    “Come il titano Prometeo, nel mito greco, viene graziato dagli dei, così oggi Leggi l’articolo